Come promuovere post su LinkedIn: guida per imprenditori e aziende B2B

Perché promuovere i post su LinkedIn è una strategia vincente per aziende e imprenditori

In un ecosistema digitale sempre più competitivo, LinkedIn si distingue come il canale privilegiato per il B2B. Mentre altri social puntano su intrattenimento e viralità, LinkedIn si fonda su credibilità, reputazione e valore professionale. Per questo motivo, la promozione di un post su questa piattaforma non è un semplice atto pubblicitario: è una scelta strategica che può determinare il posizionamento di un’azienda nel proprio mercato di riferimento.

Secondo i dati LinkedIn (fonte: LinkedIn Ads Benchmark Report), i contenuti sponsorizzati raggiungono un tasso di conversione medio del 6,1% nelle campagne B2B, contro una media del 2-3% delle piattaforme concorrenti. Questo avviene perché l’audience è già profilata per interessi professionali, spesso in fase decisionale e con capacità di spesa.

Ma perché promuovere un post e non fare solo pubblicità classica con LinkedIn Ads?

  • post organici sono perfetti per creare fiducia, ma la loro visibilità è limitata (tra il 5% e il 10% dei follower vede un post, in media).
  • La sponsorizzazione dei contenuti consente di potenziare contenuti già validati, cioè post che hanno dimostrato di funzionare organicamente.
  • Promuovere un post permette di testare una comunicazione soft, più narrativa e meno pubblicitaria, ideale per creare relazione prima della vendita.

È proprio questo approccio relazionale e narrativo che si collega alla logica della lead nurturing: non vendere subito, ma educare e accompagnare il potenziale cliente verso la conversione. Abbiamo approfondito queste dinamiche nel nostro articolo dedicato al lead nurturing strategico nel B2B.

Inoltre, le aziende che operano nel settore dei servizi, del digitale o della consulenza, possono ottenere grandi vantaggi dalla promozione dei post, perché possono raccontare casi studio, proporre insight o risorse gratuite, agganciando i decision maker con contenuti utili, non invasivi e autorevoli.

Una statistica interessante riportata da HubSpot conferma che i contenuti sponsorizzati su LinkedIn generano un engagement rate medio superiore al 2%, considerato molto elevato nel settore B2B. Tuttavia, affinché la promozione funzioni, è fondamentale costruire il post nel modo giusto e scegliere con attenzione il target, il formato e l’obiettivo della campagna.

“LinkedIn non è un social: è il più potente strumento di business digitale mai creato.”
— Guy Kawasaki

Questa consapevolezza dovrebbe spingere ogni imprenditore o responsabile marketing a includere LinkedIn tra le leve strategiche. E se si è ancora in dubbio sull’efficacia della piattaforma, può essere utile leggere la nostra analisi su quanto costa sponsorizzare un post su LinkedIn, per comprendere come anche piccoli budget ben spesi possano generare ROI significativi.

Come funziona la promozione di un post su LinkedIn: meccanismi, costi e risultati attesi

Promuovere un post su LinkedIn significa trasformare un contenuto già pubblicato in una sponsorizzazione mirata, capace di raggiungere utenti al di fuori della propria rete organica. È una leva fondamentale per aumentare la visibilitàrafforzare il posizionamento del brand e soprattutto per generare nuovi contatti qualificati nel mondo B2B.

Ma come funziona, concretamente, questa attività?

Una volta pubblicato un post sulla propria Pagina Aziendale, è possibile cliccare sul pulsante “Sponsorizza questo contenuto”. A quel punto si apre una serie di opzioni che permettono di:

  • definire l’obiettivo della campagna (tra cui: visite al sito, visualizzazioni del post, generazione di lead);
  • scegliere il target di pubblico (ruolo, settore, livello di esperienza, dimensioni dell’azienda, località, ecc.);
  • stabilire un budget giornaliero o totale e la durata della campagna;
  • selezionare il formato con cui il post verrà mostrato (contenuto singolo, carosello, video).

Una strategia vincente prevede che si selezionino post che abbiano già dimostrato un buon engagement organico, per poi spingerli con la pubblicità. Questo approccio consente di massimizzare il rendimento e migliorare il CTR su LinkedIn, tema che abbiamo affrontato in modo approfondito nel nostro articolo su qual è un buon CTR su LinkedIn.

Quanto costa promuovere un post su LinkedIn?

Il costo per promuovere un post su LinkedIn varia in base al target selezionato, al livello di concorrenza e al tipo di obiettivo impostato. In media:

Tipo di ObiettivoCPC (costo per clic) medioCPM (costo per mille impression) medio
Visite al sito1,80 € – 5,00 €25 € – 60 €
Interazioni con il post1,50 € – 4,00 €20 € – 45 €
Generazione di lead2,00 € – 6,00 €30 € – 65 €

Questi valori indicativi sono stati confermati anche nel nostro approfondimento su quanto costa LinkedIn Ads, dove analizziamo tutte le variabili che incidono sulle tariffe pubblicitarie, inclusi settore, stagionalità e qualità del contenuto.

Consiglio operativo: per le aziende che non vogliono sprecare budget, è possibile iniziare con test A/B a basso costo, sponsorizzando due post simili con target leggermente diversi. Questo consente di ottimizzare la spesa in base alle performance reali.

Quali risultati si possono ottenere?

I risultati concreti dipendono da vari fattori, ma in genere un buon post sponsorizzato può ottenere:

  • fino a 10 volte più visualizzazioni rispetto alla media organica;
  • un CTR più alto del 50% rispetto ad altre piattaforme B2B;
  • un costo per lead competitivo, soprattutto se il contenuto è pensato per risolvere un problema reale del target;
  • un incremento diretto del numero di visitatori al sito aziendale.

Un’azienda che utilizza LinkedIn in modo strategico, integrando contenuti di valore con promozione mirata, riesce spesso a ridurre la dipendenza da Meta Ads o da Google Ads per ottenere visibilità qualificata, come approfondiamo anche nell’articolo su come promuovere un prodotto online.

Quando conviene promuovere un post su LinkedIn: timing, contesto e obiettivi

Non tutti i post vanno promossi, e soprattutto non tutti vanno promossi subito. Una delle domande più frequenti che riceviamo da parte delle aziende è: “Qual è il momento giusto per sponsorizzare un contenuto su LinkedIn?”. La risposta, come spesso accade nel digital marketing, dipende da variabili specifiche. Ma esistono criteri oggettivi per decidere quando conviene promuovere un post su LinkedIn e ottenere il massimo dal budget investito.

Analizzare il rendimento organico prima di sponsorizzare

Prima ancora di pensare alla promozione, è essenziale valutare come si comporta il post in modalità organica. Se un contenuto ha già generato interazioni spontanee, commenti da parte di profili interessanti, oppure è stato salvato o condiviso, è probabile che abbia un potenziale virale. In questo caso, sponsorizzarlo consente di:

  • amplificarne la portata,
  • intercettare nuovi contatti professionali simili a quelli già coinvolti,
  • ottenere visibilità qualificata a costi più bassi, poiché l’algoritmo ne riconosce la qualità.

Ne parliamo anche nella nostra guida su quanto spesso pubblicare su LinkedIn, dove evidenziamo come la costanza editoriale e l’analisi dei dati organici siano la base per ogni decisione strategica in ottica B2B.

Quando un post deve essere promosso

Esistono contesti specifici in cui promuovere un post non è solo utile, ma necessario per massimizzare l’efficacia delle campagne su LinkedIn:

  • Lancio di un servizio o prodotto B2B: quando si introduce un’offerta ad alto valore, sponsorizzare un post descrittivo o narrativo è il primo passo per costruire autorevolezza.
  • Evento aziendale o webinar: se si vuole raccogliere registrazioni, la promozione di un post su LinkedIn può generare contatti più qualificati rispetto ad altri canali.
  • Risultati aziendali, testimonianze o case study: condividere i risultati ottenuti da un cliente o un caso studio concreto, e promuoverlo, può attirare l’attenzione di altri potenziali clienti dello stesso settore.
  • Recruiting verticale: se un’azienda cerca talenti in settori specializzati, sponsorizzare contenuti sul clima aziendale o sulla vision può fare la differenza.

È importante ricordare che LinkedIn consente di segmentare con precisione il pubblico, per esempio scegliendo “imprenditori in aziende con più di 11 dipendenti nel settore marketing in Lombardia”. Questo livello di targeting, unito a una strategia editoriale solida, permette di limitare gli sprechi e massimizzare il ROI.

“Sponsorizzare un post su LinkedIn nel momento sbagliato equivale a parlare nel deserto. Farlo nel momento giusto, invece, vuol dire generare valore.”
— Harvard Business Review, 2024

L’importanza degli obiettivi di marketing

Ogni promozione dovrebbe essere allineata a un obiettivo di marketing misurabile, sia esso l’aumento della notorietà del brand, la lead generation o la vendita di un prodotto. Senza un obiettivo chiaro, anche il miglior post sponsorizzato rischia di diventare una spesa e non un investimento.

Nel nostro articolo sulla pianificazione degli investimenti digitali per PMI, spieghiamo come allocare il budget tra contenuti organici e paid media sulla base degli obiettivi trimestrali, evitando dispersioni e massimizzando la redditività.

Inoltre, molte aziende credono erroneamente che basti “boostare” un post per ottenere visibilità. In realtà, come dimostrano i nostri casi studio, il risultato concreto arriva solo se si lavora sul contesto, sul momento e sul pubblico.

Come scegliere il pubblico giusto su LinkedIn: targeting strategico per imprenditori e aziende

Uno degli aspetti più determinanti per il successo di una promozione su LinkedIn è la definizione del target, ovvero il pubblico al quale mostrare il post sponsorizzato. A differenza di altre piattaforme pubblicitarie, LinkedIn consente un livello di segmentazione estremamente verticale, che lo rende ideale per le imprese che operano in ambito B2B e che desiderano entrare in contatto diretto con decision maker, imprenditori e professionisti specifici.

Targeting professionale: la forza delle LinkedIn Ads

LinkedIn permette di filtrare il pubblico in base a criteri professionali precisi, tra cui:

  • Ruolo lavorativo (CEO, Marketing Manager, HR Specialist…)
  • Livello di anzianità (Junior, Senior, Director, Owner…)
  • Settore di attività (tecnologia, turismo, consulenza, edilizia, sanità…)
  • Dimensione aziendale (da 1-10 dipendenti fino a oltre 10.000)
  • Localizzazione geografica (nazione, regione, città, area metropolitana)
  • Competenze dichiarate e gruppi di appartenenza

Questo tipo di targeting consente alle aziende di non disperdere budget, raggiungendo esclusivamente persone con reali potenziali d’acquisto o con interesse concreto verso l’offerta proposta.

Una strategia efficace è quella che prevede la costruzione di buyer personas dettagliate, su cui basare il pubblico della campagna. In alternativa, è possibile partire da un post organico ben performante e utilizzare il pubblico che ha già interagito con esso come base per la promozione, applicando la logica del retargeting strategico, che abbiamo trattato nel nostro approfondimento su come trasformare l’interesse in vendite.

Esempi di segmentazioni utili

Per offrire un orientamento concreto, ecco alcune configurazioni reali di target che funzionano su LinkedIn:

Obiettivo aziendaleTarget consigliato
Promuovere servizi di consulenza marketingCMO, Marketing Manager, imprenditori di PMI (settore: servizi, digital, retail)
Lanciare un software gestionale per studiFounder, Owner, IT Manager (settore: legale, consulenza, HR)
Offrire formazione aziendaleHR Manager, Learning & Development, CEO (aziende 11-200 dipendenti)
Proporre soluzioni per hotel e hospitalityDirettori d’hotel, Operations Manager, imprenditori turismo (area: Italia Nord)

Ogni configurazione è personalizzabile anche in base a interessi tematici dichiarati dagli utenti o a comportamenti di interazione passati.

L’importanza della coerenza tra messaggio e pubblico

Uno degli errori più frequenti nelle campagne su LinkedIn è la disconnessione tra messaggio e target. Promuovere un contenuto generico a un pubblico altamente specifico (o viceversa) è una delle principali cause di CTR bassicosti per clic elevati e campagne che non generano risultati.

Per questo motivo, è fondamentale adattare il contenuto del post al linguaggio, ai bisogni e ai desideri del pubblico selezionato. In altre parole: se parliamo a CEO e imprenditori, il tono deve essere autorevole, orientato alla strategia e al valore, non solo alla funzionalità del servizio.

Abbiamo spiegato questa dinamica anche nell’articolo dedicato a come raggiungere potenziali clienti su LinkedIn, dove illustriamo come identificare il punto di contatto tra contenuto e target, affinché la comunicazione sia davvero efficace.

“Il miglior contenuto al mondo è inutile se non raggiunge le persone giuste.”
— LinkedIn B2B Playbook, 2024

Quando si definisce il pubblico ideale, non bisogna inseguire grandi numeri: è meglio una campagna da 5.000 contatti perfettamente in target, che genera conversioni, piuttosto che 100.000 visualizzazioni non qualificate.

Come scrivere un post efficace da promuovere su LinkedIn: contenuto, struttura e strategia

Uno degli aspetti più trascurati — ma anche più determinanti — per il successo di una promozione su LinkedIn è la qualità del contenuto del post. Anche con un targeting perfetto e un budget ben distribuito, un post debole o generico non porterà risultati. Scrivere un post efficace per LinkedIn, soprattutto se si intende sponsorizzarlo, richiede una combinazione di empatia comunicativa, struttura strategica e obiettivi di conversione chiari.

Gli elementi fondamentali di un post LinkedIn sponsorizzabile

Un post ben scritto è molto più di un semplice aggiornamento aziendale. È uno strumento di marketing che deve attirare l’attenzione, generare interesse, stimolare un’interazione e – idealmente – portare l’utente a compiere un’azione.

Ecco la struttura consigliata per scrivere post sponsorizzabili su LinkedIn:

  1. Hook iniziale potente
    Una frase di apertura che cattura l’attenzione. Può essere una domanda provocatoria, un dato sorprendente o una promessa diretta.
    Esempio: “Stai promuovendo i tuoi post su LinkedIn, ma non ottieni risultati? Potresti star sbagliando qualcosa di cruciale.”
  2. Valore concreto
    Il cuore del post deve contenere una soluzione reale a un problema concreto del tuo pubblico target. È qui che si dimostra l’expertise aziendale. Evita autoreferenzialità.
  3. Chiarezza e leggibilità
    Frasi brevi, paragrafi distanziati, punteggiatura ben dosata. Gli utenti scorrono: leggono solo ciò che colpisce subito.
  4. Call to action chiara (ma non aggressiva)
    Un buon post sponsorizzato non forza la vendita. Piuttosto, guida l’utente verso un passo successivo coerente.
    Esempio: “Scarica la nostra guida gratuita” oppure “Scrivici per capire se questa strategia è adatta alla tua azienda”.
  5. Hashtag selettivi e contestuali
    Non abusare dei #. Bastano 3 o 4, ben mirati, legati al contenuto.
    Esempi: #LinkedInMarketing #LeadGenerationB2B #StrategiaDigitale

Abbiamo trattato a fondo anche il tema di come pubblicare in modo strategico su LinkedIn nel nostro articolo su quanto spesso pubblicare su LinkedIn, dove approfondiamo le logiche dell’algoritmo, i migliori orari e le tipologie di contenuto più premiate.

Esempio di post ad alta efficacia (testato su campagne reali)

❝Ogni mese le aziende perdono migliaia di euro in post sponsorizzati che non convertono.
Il problema? Parlano a tutti, e quindi non parlano a nessuno.
In questo articolo ti spieghiamo il metodo con cui abbiamo quadruplicato i lead da LinkedIn per una PMI del settore consulenza.
Vuoi scoprire come adattarlo alla tua azienda? Scrivici in DM oppure visita il nostro sito.❞

Questo esempio funziona perché trasmette un problema realefornisce una promessa concreta, e guida a un’azione chiara, senza vendere in modo aggressivo.

Errori da evitare (che costano caro)

  • Scrivere in aziendalese, con linguaggio formale e freddo: su LinkedIn funziona la comunicazione umana, professionale ma diretta.
  • Iniziare il post parlando di sé e non del problema del cliente.
  • Non inserire nessuna call to action: anche un semplice invito a commentare o a visitare il sito può fare la differenza.
  • Usare frasi come “Siamo lieti di annunciare” o “Siamo orgogliosi di…”: non attirano l’attenzione, sono abusate e non apportano valore al lettore.

Per scrivere post realmente performanti, è utile affiancare la comunicazione organica a una visione strategica complessiva, come approfondiamo nella guida su come funziona il marketing integrato nei processi aziendali.

“Scrivere su LinkedIn non è come scrivere un comunicato stampa. È come parlare con il tuo cliente ideale al tavolo di un caffè.”
— Seth Godin

Qual è la differenza tra promuovere un post e fare LinkedIn Ads: cosa conviene davvero alle aziende

Quando si parla di marketing su LinkedIn, molte aziende confondono due strumenti distinti: la promozione dei post e le LinkedIn Ads strutturate. Comprendere le differenze strategiche tra queste due modalità è fondamentale per scegliere la soluzione più adatta in base al proprio budget, agli obiettivi di business e al grado di maturità digitale dell’impresa.

Non si tratta solo di “quanto costa LinkedIn”, ma di come usare gli strumenti in modo mirato per generare contatti qualificati e aumentare la brand authority.

📌 Promozione dei post: semplice, efficace, perfetta per PMI

Quando si promuove un post pubblicato sulla propria pagina aziendale, si sta effettuando una sponsorizzazione diretta del contenuto. È una soluzione che:

  • richiede meno competenze tecniche (l’interfaccia è semplificata);
  • consente di valorizzare contenuti organici esistenti;
  • è ideale per rafforzare la visibilità su un singolo contenuto di valore;
  • permette un investimento anche con budget molto contenuti (20-50 euro).

Questo approccio è perfetto per le PMI che vogliono ottenere visibilità immediata e testare il potenziale dei propri contenuti, prima magari di passare a campagne più strutturate. Ne parliamo anche nel nostro approfondimento su quanto costa sponsorizzare un post su LinkedIn, dove illustriamo il rapporto tra budget, impression e risultati reali.

📊 LinkedIn Ads: controllo avanzato e strategie complesse

Le LinkedIn Ads vere e proprie vengono gestite tramite Campaign Manager, e consentono di:

  • creare annunci personalizzati non pubblicati nel feed organico;
  • testare più varianti dello stesso contenuto (A/B test);
  • generare lead tramite form nativi integrati con il CRM;
  • strutturare funnel più complessi con retargeting multi-fase;
  • utilizzare obiettivi avanzati, come la compilazione di form, download di white paper, visite a una landing page o richieste di contatto.

Tuttavia, LinkedIn Ads richiede una strategia chiara, tempo di gestione e una buona esperienza in advertising digitale. Anche i costi sono generalmente più alti, come spiegato nella nostra guida completa ai costi LinkedIn Ads.

CaratteristicaPromozione postLinkedIn Ads (Campaign Manager)
Facilità d’usoMolto altaIntermedia/avanzata
Presenza nel feedSì (post pubblicato)No (annuncio “oscuro”)
Budget minimo consigliato20-30 €100-200 €
Obiettivi supportatiVisibilità, interazioniLead, traffico, conversioni
Personalizzazione avanzataLimitataCompleta
Ideale perPMI, professionisti, freelanceAziende strutturate, agenzie

In sintesi, la promozione dei post è uno strumento agile e immediato per testare il potenziale di contenuti già performanti, mentre le LinkedIn Ads sono più adatte a chi ha già una strategia digital marketing matura, un sito ottimizzato e landing page pronte a convertire.

Per aiutare le aziende a capire quale strumento scegliere, abbiamo realizzato anche un confronto diretto tra LinkedIn Ads e Meta Ads, utile per comprendere quale piattaforma pubblicitaria è più indicata in base agli obiettivi.

“Promuovere un post è il primo passo. Le Ads sono la strada per scalare. Ma serve sapere dove si vuole andare.”
— Innovative Web Agency

Chi ha un budget limitato o sta iniziando ora a investire in LinkedIn può partire con la promozione dei post, analizzare i risultati e poi eventualmente evolvere verso strategie più articolate. La chiave è sempre la stessa: coerenza tra contenuto, pubblico e obiettivo.

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