Come funziona la fatturazione su Google Ads? Spiegazione semplice per aziende e professionisti

Come funziona la fatturazione su Google Ads?

Il sistema di fatturazione di Google Ads è progettato per adattarsi a diverse esigenze aziendali, ma può generare confusione, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta alla piattaforma pubblicitaria. In qualità di agenzia specializzata, ci interfacciamo quotidianamente con imprenditori che ci pongono domande come “Quando arriva la fattura?”“Google emette fattura con IVA?”, oppure “Queste spese sono deducibili?”. In questa guida, analizziamo il funzionamento della fatturazione di Google Ads con un linguaggio chiaro, tecnico quando serve, ma sempre orientato alla praticità aziendale.

Google Ads permette di scegliere tra due principali metodi di pagamento:

  • Pagamento manuale (meno usato)
  • Pagamento automatico (il più comune, prevede addebiti successivi alla spesa)

“Google Ads ti fattura solo dopo che hai raggiunto una soglia o un periodo specifico, e non immediatamente all’attivazione della campagna.”

A livello pratico, la fattura viene generata mensilmente (entro i primi giorni del mese successivo) ed è accessibile dall’account Google Ads, nella sezione “Fatturazione e pagamenti”.

Il ciclo di fatturazione può variare in base:

  • Al metodo di pagamento scelto
  • Alla valuta e al Paese
  • Al profilo fiscale inserito (partita IVA, ente, professionista, ecc.)

In Italia, l’emissione delle fatture segue regole ben precise che si incrociano con la normativa europea in materia di servizi digitali intra-UE.

Nel nostro articolo su Come paga Google Ads spieghiamo nel dettaglio il meccanismo di addebito, utile per capire quando Google applica il pagamento e come genera la relativa documentazione fiscale.
Ma vediamo ora in che modo Google Ads “interagisce” con la partita IVA e con l’IVA stessa.

Fattura Google Ads e partita IVA: cosa c’è da sapere

Quando si parla di fattura Google Ads, la prima distinzione fondamentale che ogni imprenditore deve comprendere riguarda l’inserimento della partita IVA. È infatti questo elemento a determinare la corretta applicazione (o esclusione) dell’IVA in sede di fatturazione.

Dal punto di vista fiscale, Google Ireland è il fornitore del servizio in tutta Europa. Per l’Italia, ciò implica che le fatture rientrano nel regime dei servizi elettronici resi da soggetti passivi UE a soggetti passivi IVA in un altro Stato membro. In parole semplici? Se si inserisce correttamente la partita IVA intracomunitaria all’interno del proprio account Google Ads, la fattura emessa sarà non soggetta a IVA (reverse charge).

«Google Ads emette fatture senza IVA per le aziende italiane che hanno inserito correttamente la propria partita IVA intracomunitaria, in linea con l’art. 7-ter del DPR 633/72.»

In caso contrario – se si omette o inserisce un numero di partita IVA non valido – Google applicherà l’IVA irlandese (attualmente al 23%), rendendo la fattura non fiscalmente detraibile in Italia.

Tabella: Impatto della Partita IVA sulla Fatturazione Google Ads

ScenarioIVA ApplicataFattura Detraibile?Note fiscali
Partita IVA italiana corretta e convalidataNO (Reverse Charge)✅ SìObbligo di autofattura e integrazione
Nessuna partita IVA o non validaSÌ (IVA Irlanda)❌ NoCosto pubblicitario + IVA non recuperabile
Azienda estera senza sede operativa in ItaliaNO🔄 Dipende dai regimi localiApplicazione norma UE locale

Per essere sicuri di aver correttamente configurato i dati fiscali, è fondamentale accedere alla sezione “Impostazioni di fatturazione” di Google Ads, e verificare la presenza della partita IVA nel formato ITxxxxxxxxxxx.

Abbiamo affrontato questi aspetti anche nella nostra guida su quanto si paga Google Ads, dove illustriamo nel dettaglio l’impatto di tasse, valuta e fatturazione sul budget pubblicitario.

Inoltre, segnaliamo che Google non invia mai le fatture via email: per scaricarle è necessario accedere manualmente al pannello. Lo vedremo in dettaglio nella prossima sezione dedicata alla gestione pratica delle fatture e alla fatturazione automatica Google Ads.

Quando arriva la fattura di Google Ads?

Una delle domande più frequenti che riceviamo da imprenditori e aziende è: “Quando viene emessa la fattura da Google Ads?” La risposta non è immediata perché dipende dal metodo di pagamento scelto, dal ciclo di fatturazione mensile impostato e dalla valuta o Paese dell’inserzionista. Tuttavia, esistono regole generali che valgono per tutte le imprese italiane.

La fattura Google Ads viene generata automaticamente ogni mese, entro i primi 3-5 giorni del mese successivo rispetto al periodo di riferimento. Ad esempio, tutte le spese pubblicitarie accumulate a giugno vengono fatturate nei primi giorni di luglio.

“Le fatture vengono emesse in automatico da Google Ads con cadenza mensile, anche nel caso di pagamenti a soglia o ricariche manuali.”

In concreto, Google Ads utilizza una fatturazione ricorrente, ma la tempistica può variare in base al tipo di account:

  • Pagamenti automatici: viene generata una fattura al raggiungimento della soglia prefissata o alla fine del ciclo mensile.
  • Pagamenti manuali (prepagati): la fattura è disponibile solo dopo aver raggiunto l’importo speso, anche se prima della fine del mese.
  • Pagamenti tramite bonifico o addebito diretto: la fattura viene emessa all’effettivo pagamento, con la data di valuta.

Molti clienti ci chiedono anche dove scaricare la fattura di Google Ads. È sufficiente accedere al pannello, cliccare su “Fatturazione”, poi “Documenti” e selezionare il PDF relativo al mese di interesse. Per facilitare la gestione contabile, è possibile impostare un account amministrativo per consentire l’accesso diretto al proprio commercialista.

Elenco puntato essenziale:

  • Le fatture Google Ads vengono emesse entro il 5 del mese successivo.
  • Sono disponibili solo in formato PDF dal pannello di gestione.
  • È possibile scaricarle manualmente, ma non vengono mai inviate via email.
  • La fatturazione è sempre in euro (per aziende italiane) ed è intestata a Google Ireland Ltd.

Per chi vuole avere un controllo più strutturato sulle spese e sulla rendicontazione, consigliamo l’uso di un foglio di calcolo automatizzato che tenga traccia delle spese pubblicitarie, dei click, del CTR e del rendimento, proprio come suggeriamo nella nostra guida per investire in Google Ads.

Quando si parla di Google Ads e IVA, il tema si complica facilmente per le aziende italiane. Google Ireland, infatti, è il soggetto giuridico che fornisce i servizi pubblicitari in tutta l’Unione Europea, Italia compresa. Questo significa che, dal punto di vista fiscale, il rapporto tra Google e le aziende italiane rientra nella prestazione di servizi digitali intra-UE. Per questo motivo, è fondamentale comprendere la corretta gestione dell’IVA per evitare errori, sanzioni o costi non deducibili.

1. Google Ads e reverse charge: cos’è e come si applica

Se l’account Google Ads è intestato a un’azienda italiana con partita IVA valida e registrata al VIES, Google emetterà fatture senza IVA. Questo perché si applica il meccanismo del reverse charge (inversione contabile), secondo quanto previsto dall’art. 196 della Direttiva 2006/112/CE e recepito nell’art. 17, c. 2 del DPR 633/72.

In pratica:

  • Google emette la fattura esente IVA
  • L’azienda italiana integra la fattura con l’IVA italiana al 22%
  • Registra la doppia annotazione in registro IVA vendite e acquisti

Se invece la partita IVA non è stata inserita o validata correttamente, Google applicherà l’IVA irlandese (23%) e la fattura sarà fiscalmente indetraibile in Italia.

«Nel caso in cui l’azienda non inserisca correttamente la partita IVA nel profilo di fatturazione, Google applicherà direttamente l’IVA irlandese, che non sarà deducibile secondo la normativa fiscale italiana.»

2. Fatturazione Google Ads per regimi agevolati

Molti professionisti e imprenditori operano in regime forfettario o agevolato. Anche in questo caso Google emette fatture senza IVA, ma il contribuente:

  • Non detrae l’IVA perché non soggetto passivo
  • Integra comunque la fattura con IVA per ragioni di correttezza contabile
  • Non registra l’IVA né la versa

Abbiamo affrontato anche il tema della spesa pubblicitaria per chi ha partita IVA nella guida “Come non pagare Google Ads”, dove illustriamo strategie SEO per ottenere clienti anche senza investire in pubblicità.

3. Il controllo dell’IVA parte dalla configurazione dell’account

È fondamentale che nella sezione Fatturazione di Google Ads, sotto “Profilo fiscale”, l’azienda:

  • Indichi la natura giuridica corretta
  • Inserisca la partita IVA intracomunitaria valida (formato ITXXXXXXXXXXX)
  • Verifichi che la sede sia impostata su Italia e non su altri Paesi

Solo così si attiva correttamente il regime IVA reverse charge e si evitano errori.

Questa attenzione alla corretta configurazione è particolarmente rilevante per le aziende che vogliono investire in pubblicità in modo efficace, come spieghiamo anche nella guida su perché fare Google Ads, dove trattiamo il ritorno sull’investimento e le implicazioni fiscali.

Come scaricare la fattura da Google Ads passo per passo

Uno degli aspetti più operativi – ma non per questo meno importanti – riguarda come scaricare la fattura da Google Ads. In molte realtà aziendali, il compito viene delegato al reparto amministrativo o al commercialista, ma è fondamentale che anche l’imprenditore comprenda la procedura. Questo non solo per controllare le spese pubblicitarie, ma anche per assicurarsi che le fatture Google Ads siano valide ai fini fiscali e rispecchino correttamente i dati dell’attività.

“Google Ads non invia le fatture via email. È sempre l’utente a doverle scaricare dal pannello di gestione, ogni mese, manualmente.”

Passaggi per scaricare le fatture da Google Ads

Accedendo al proprio account Google Ads, è possibile trovare tutta la cronologia delle fatture emesse seguendo questi semplici passaggi:

  1. Accedere a Google Ads con l’account amministratore
  2. In alto a destra, cliccare sull’icona della chiave inglese e selezionare “Fatturazione
  3. Dal menù a sinistra, cliccare su “Documenti” o “Cronologia transazioni
  4. Verrà visualizzato l’elenco delle fatture mensili disponibili
  5. Selezionare il mese desiderato e cliccare su “Scarica PDF” per ottenere la fattura

Le fatture Google Ads sono numerate e riportano:

  • L’intestazione a nome di Google Ireland Ltd
  • L’importo speso nel periodo di riferimento
  • I dati fiscali dell’inserzionista (azienda o professionista)
  • L’eventuale indicazione di reverse charge (se applicabile)

Le fatture vengono emesse in euro, sono legalmente valide e possono essere archiviate digitalmente in formato PDF.

Per agevolare il lavoro contabile, molte aziende preferiscono creare un accesso dedicato al commercialista, oppure centralizzare i dati in un foglio di calcolo condiviso, utile per monitorare la spesa pubblicitaria mensile. Questo approccio è perfettamente allineato alle indicazioni che abbiamo fornito nella guida su quanto si guadagna con Google Ads, dove spieghiamo come monitorare i risultati per capire se l’investimento sta rendendo davvero.

A livello pratico, consigliamo sempre:

  • Di scaricare e archiviare tutte le fatture mese per mese
  • Di verificare i dati fiscali riportati, prima di inoltrarli al commercialista
  • Di confrontare le fatture con le metriche di spesa giornaliera per evitare errori

Inoltre, ricordiamo che è possibile modificare i dati di fatturazione, ma solo prima dell’emissione della fattura. Dopo, ogni modifica avrà effetto solo sulle fatture successive.

Una delle domande più interessanti – e spesso sottovalutate – riguarda il vero modello di business di Google Ads. Chi paga chi? Google paga oppure incassa? La risposta è netta: Google Ads è un sistema con cui Google incassa denaro, non lo distribuisce agli inserzionisti. E lo fa in modo sistematico, scalabile e – soprattutto – basato sull’algoritmo.

“Google Ads è il motore economico di Google: rappresenta oltre l’80% del suo fatturato globale annuo.”

Come funziona il modello di ricavi di Google Ads

Il sistema pubblicitario di Google si basa su un modello ad asta. Ogni volta che un utente effettua una ricerca su Google o visita un sito del circuito display (come YouTube o siti partner), viene avviata un’asta istantanea tra tutti gli inserzionisti che hanno impostato campagne su parole chiave o target di pubblico affini.

Ogni clic – o in certi casi ogni visualizzazione – genera una commissione pubblicitaria che l’inserzionista paga direttamente a Google. L’importo varia in base alla competitività della keyword, alla qualità dell’annuncio e ad altri fattori di ottimizzazione che abbiamo già approfondito nella guida su quanto costa un click su Google Ads.

Google non paga l’inserzionista, ma fattura il servizio erogato sotto forma di pubblicità. È quindi un modello B2B classico, dove:

  • L’imprenditore o l’azienda paga per ottenere visibilità, traffico e conversioni
  • Google incassa per ogni clic, impressione o conversione ottenuta

I numeri del fatturato Google Ads

Nel solo 2023, Alphabet – la holding che controlla Google – ha dichiarato un fatturato superiore a 230 miliardi di dollari, di cui circa 175 miliardi provenienti da Google Ads. In particolare:

  • Ricavi da ricerca: ~120 miliardi USD
  • Ricavi da YouTube Ads: ~35 miliardi USD
  • Rete display e partner: ~20 miliardi USD

Fonte: Alphabet Investor Relations, rapporto annuale 2023.

Questi numeri rendono evidente che Google guadagna grazie agli investimenti pubblicitari delle aziende, piccole o grandi che siano. Questo spiega anche perché il sistema sia così efficiente nel “convincere” gli inserzionisti a continuare a spendere: l’intera struttura è progettata per far percepire valore a chi investe.

Non a caso, nella nostra guida “Cosa fa Google Ads” spieghiamo come il sistema offra molto più di un semplice spazio pubblicitario: parliamo di targeting avanzato, remarketing, pubblicità contestuale, dati in tempo reale e molto altro.

Ma Google Ads è una spesa o un investimento?

È qui che entra in gioco la differenza tra chi lancia una campagna e chi costruisce una strategia pubblicitaria solida. Google Ads può sembrare una spesa fine a sé stessa se mal gestita, ma diventa un investimento scalabile quando si lavora con:

  • Tracciamento delle conversioni ben configurato
  • Landing page ottimizzate
  • Segmentazione del pubblico
  • Campagne in ottica ROI (non solo visibilità)

Come abbiamo illustrato nella guida su come funziona Google Ads per imprenditori, il successo delle aziende su questa piattaforma dipende da quanto sono preparate a gestire consapevolmente i propri investimenti.

Errori comuni nella gestione delle fatture su Google Ads

Anche aziende strutturate e professionisti con anni di esperienza commettono errori nella gestione delle fatture Google Ads. E questo accade spesso non per negligenza, ma perché il sistema è automatizzato, interamente digitale e collegato a configurazioni che – se sbagliate all’inizio – compromettono tutto il ciclo di fatturazione.

“Un errore nella partita IVA o nella natura giuridica può rendere la fattura invalida o non detraibile, generando costi non recuperabili.”

Gli errori più frequenti da evitare

Abbiamo raccolto quelli che, secondo la nostra esperienza diretta con imprenditori e reparti contabili, sono i 5 errori più comuni nella fatturazione di Google Ads:

  1. Partita IVA non inserita o non valida
    • Google applica automaticamente l’IVA irlandese (23%)
    • La fattura non sarà detraibile in Italia
    • Va sempre inserita nel formato ITXXXXXXXXXXX e validata
  2. Dati aziendali non aggiornati nel profilo di fatturazione
    • Cambiando la ragione sociale o la sede legale, occorre aggiornare anche Google Ads
    • I dati errati rendono la fattura fiscalmente contestabile
  3. Errore nel Paese selezionato
    • Selezionare erroneamente un Paese diverso da “Italia” nel profilo fiscale comporta emissione non valida secondo il regime IVA italiano
  4. Fatture non scaricate e non conservate
    • Google non le invia via email, vanno scaricate manualmente
    • L’omessa conservazione rappresenta un rischio in sede di verifica fiscale
  5. Contabilità non allineata al metodo di pagamento scelto
    • Con pagamenti automatici, è facile dimenticare l’obbligo di registrare il costo nel mese di competenza, non in quello di addebito bancario

Spesso questi errori derivano da un’impostazione frettolosa dell’account pubblicitario, o da una delega completa a terze parti senza controllo. Per questo motivo, nella nostra guida “Cosa serve per fare Google Ads” suggeriamo sempre una fase iniziale di audit e configurazione contabile, per evitare sprechi e problemi futuri.

Come prevenirli

  • Verificare i dati fiscali ogni volta che si aggiorna l’attività
  • Controllare mensilmente le fatture e farle visionare a un professionista
  • Mantenere la cronologia delle fatture ordinata, preferibilmente su un cloud o gestionale centralizzato
  • Formare internamente almeno una persona dell’ufficio amministrativo sulla gestione Google Ads

Il nostro consiglio è sempre lo stesso: affrontare la fatturazione Google Ads con lo stesso rigore con cui si gestisce un bilancio aziendale. Perché alla fine, ogni clic è una spesa, ogni spesa va contabilizzata, e ogni errore si paga.

Domande frequenti sulla fatturazione e pagamento Google Ads

Per aiutare aziende e professionisti a orientarsi meglio nel sistema fiscale di Google Ads, abbiamo raccolto alcune delle domande frequenti sulla fatturazione Google Ads, basandoci su casi reali e sulle richieste che riceviamo ogni giorno da imprenditori che cercano di ottimizzare i propri investimenti pubblicitari.

1. Google Ads emette fattura con IVA?

Dipende. Se la tua azienda ha una partita IVA valida e registrata nel sistema VIES, Google emetterà la fattura senza IVA, applicando il regime di reverse charge. In assenza di partita IVA, viene applicata l’IVA irlandese del 23%, che non è detraibile in Italia.
Abbiamo approfondito questo tema nella sezione dedicata all’IVA su Google Ads.

2. Dove trovo le fatture Google Ads?

Le fatture Google Ads non vengono inviate via email, ma sono disponibili esclusivamente all’interno del pannello di controllo, nella sezione “Fatturazione > Documenti”. Si possono scaricare in formato PDF e conservare in formato digitale per la contabilità.

Per il procedimento completo passo-passo, leggi la sezione su come scaricare la fattura da Google Ads.

3. Posso modificare i dati di fatturazione?

Sì, ma solo prima dell’emissione della fattura. Qualsiasi modifica apportata successivamente avrà effetto solo sulle fatture future. È quindi fondamentale verificare la correttezza dei dati aziendali nel profilo fiscale Google Ads appena si configura l’account.

4. La spesa pubblicitaria su Google Ads è deducibile?

Sì. Se la fattura è intestata correttamente, con partita IVA e dati fiscali completi, e se le campagne sono legate all’attività professionale o aziendale, la spesa è interamente deducibile. L’IVA si detrae solo se applicabile (non nel caso di reverse charge in regime forfettario, ad esempio).

5. Quando arriva la fattura di Google Ads?

Le fatture vengono emesse a fine mese o al raggiungimento della soglia di spesa, entro i primi giorni del mese successivo. I tempi variano in base al metodo di pagamento e alla frequenza degli addebiti. Tutto è spiegato nella sezione “Quando arriva la fattura di Google Ads”.

6. Google Ads è compatibile con i regimi forfettari?

Sì. Anche chi è in regime forfettario può utilizzare Google Ads. Le fatture saranno comunque emesse senza IVA e non si potrà detrarre nulla. Tuttavia, la spesa è deducibile nel quadro fiscale relativo ai costi pubblicitari.

Se sei un imprenditore in regime agevolato, ti consigliamo di leggere anche l’articolo su quanto si paga Google Ads, per evitare errori di pianificazione.

7. Google Ads invia le fatture per email?

No. Google non invia mai fatture via email. Per ricevere notifica dell’emissione, puoi attivare le notifiche via email, ma il documento va comunque scaricato manualmente.


Queste domande sintetizzano i dubbi principali di chi gestisce campagne pubblicitarie o si affida a un’agenzia. Nella nostra esperienza, la corretta gestione della fatturazione e dell’IVA su Google Ads è il primo passo per garantire che un investimento in advertising digitale sia davvero efficace, sostenibile e fiscalmente in ordine.

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