Come si guadagna con LinkedIn? Guida strategica per imprenditori e aziende

LinkedIn non paga le visualizzazioni: cosa significa davvero “guadagnare” con LinkedIn

Quando si parla di come si guadagna con LinkedIn, molti imprenditori pensano subito a modelli simili a YouTube o Instagram: visualizzazioni, sponsor, creator program. LinkedIn però funziona in modo completamente diverso: non ti paga per i contenuti che pubblichi, ti paga indirettamente attraverso le opportunità di business che riesci a generare.

Nel B2B questo è un punto chiave: LinkedIn è oggi, dati alla mano, uno dei canali più efficaci per fare lead generation B2B, con tassi di conversione da visitatore a lead sensibilmente superiori rispetto alla maggior parte degli altri social. Studi e analisi confermano che LinkedIn genera una quota rilevante del traffico social verso i siti B2B e che il suo tasso di conversione può essere circa tre volte più alto rispetto ad altre principali piattaforme pubblicitarie.

Tradotto in linguaggio aziendale, “guadagnare con LinkedIn” significa:

  • aumentare in modo misurabile le richieste commerciali qualificate;
  • accorciare il ciclo di vendita grazie a un posizionamento autorevole;
  • aprire nuove relazioni B2B (partner, distributori, fornitori strategici);
  • sostenere la lead generation multicanale, lavorando in sinergia con campagne Google Ads o Meta Ads.

Non parliamo quindi di un social “nice to have”, ma di uno strumento che, se integrato in una più ampia strategia di marketing digitale per il business, può diventare un asset strutturale, al pari del sito web e delle campagne paid. In quest’ottica, LinkedIn si inserisce perfettamente in un ecosistema di crescita in cui il sito aziendale è già ottimizzato per la ricerca organica (ti rimandiamo, su questo, alla nostra guida sulle strategie SEO avanzate per aziende).

«LinkedIn non è un curriculum online, ma una piattaforma di social selling: l’obiettivo non è ottenere like, ma generare relazioni che possono trasformarsi in fatturato.»

Dal punto di vista strategico, per un’azienda “guadagnare con LinkedIn” non significa solo “trovare nuovi clienti”, ma lavorare su tre livelli:

  1. Brand e autorevolezza
    LinkedIn è uno dei luoghi in cui si forma la percezione del brand nel B2B. Un profilo aziendale curato, un management posizionato come voce competente del settore, contenuti di valore e un buon engagement rate (su cui abbiamo approfondito nell’articolo dedicato a qual è un buon engagement rate su LinkedIn) diventano la base per essere scelti quando il cliente è pronto all’acquisto.
  2. Generazione di lead qualificati
    L’uso combinato di contenuti organici, attività di social selling e, quando ha senso, LinkedIn Ads permette di portare sul sito aziendale un traffico estremamente mirato. Lavorando correttamente su landing page ottimizzate (ad esempio seguendo i principi che abbiamo descritto nella nostra guida su come creare una landing page efficace), questo traffico diventa compilazioni di form, richieste di preventivo, call conoscitive.
  3. Allineamento con il funnel di marketing e vendita
    LinkedIn funziona al meglio quando viene integrato in un ecosistema digitale integrato: contenuti di posizionamento, lead magnet, campagne di retargeting, email marketing e processi di lead nurturing strategico B2B lavorano insieme per accompagnare il contatto dal primo touchpoint alla decisione d’acquisto.

Per capire quanto LinkedIn sia già oggi un canale centrale nel B2B, è sufficiente guardare alcuni dati che emergono da ricerche recenti sul mercato della lead generation:

AspettoDato indicativo
Utilizzo di LinkedIn nel B2B marketingOltre l’80% dei marketer B2B usa LinkedIn per la lead generation
Conversione lead da LinkedInTassi di conversione fino a 3 volte superiori rispetto ad altre piattaforme
Ruolo nel traffico social B2BQuasi la metà del traffico social verso siti B2B può arrivare da LinkedIn

Questi numeri spiegano perché molte aziende stanno iniziando a trattare LinkedIn non più come un semplice canale di presenza, ma come una leva strutturale all’interno della propria strategia di marketing B2B (tema che abbiamo approfondito nella guida dedicata al marketing B2B strategico per PMI).

Tuttavia, la domanda chiave resta aperta: in pratica, quali sono i modi concreti con cui un’impresa può iniziare a guadagnare davvero con LinkedIn, senza perdere mesi in attività che non portano risultati?
È qui che entrano in gioco i pilastri strategici che vedremo nella prossima sezione: dalla costruzione del profilo come “landing page” commerciale fino all’integrazione con campagne strutturate di LinkedIn Ads per aziende e professionisti.

I tre pilastri per guadagnare davvero con LinkedIn: contenuti, autorevolezza e lead generation

Comprendere come si guadagna con LinkedIn significa capire che ogni risultato economico nasce dalla combinazione di tre elementi: una strategia di contenuti ottimizzata, un posizionamento autorevole, e una struttura efficace per trasformare le interazioni in lead qualificate. Tutto ciò deve lavorare insieme, come un ecosistema digitale integrato, per generare un flusso costante di opportunità commerciali per aziende, professionisti e PMI.

Questo approccio rispecchia la logica che applichiamo anche ad altri canali pubblicitari, ad esempio quando analizziamo il tema degli obiettivi Meta Ads per imprese o quando spieghiamo come funziona Meta Ads per aziende all’interno di una strategia multicanale. L’efficacia non deriva dal singolo strumento, ma dalla coerenza del sistema.

1. La strategia dei contenuti: la base di ogni forma di monetizzazione su LinkedIn

La prima leva per guadagnare con LinkedIn è la pubblicazione costante di contenuti professionali, progettati per intercettare keyword rilevanti, rispondere alle domande del mercato e costruire autorevolezza all’interno del settore.

In un ambiente dove la concorrenza informativa cresce ogni giorno, vincere richiede una strategia editorialmente solida: contenuti lunghi, tecnici, ma comunque umani, capaci di mostrare l’expertise dell’azienda e allo stesso tempo rispondere all’intento di ricerca di chi naviga la piattaforma. È lo stesso principio che adottiamo nei nostri articoli pensati per acquisire traffico qualificato, come quelli dedicati al CTR su LinkedIn, all’engagement rate o alla percentuale di interesse su LinkedIn, tutti elementi che rientrano nella costruzione di una presenza professionale davvero ottimizzata.

Per massimizzare il rendimento dei contenuti è decisivo:

  • utilizzare keyword come lead generation LinkedIncontent marketing LinkedInstrategia LinkedIn per aziendeLinkedIn per trovare clienti;
  • adottare una struttura narrativa che risolva problemi reali degli imprenditori;
  • incorporare casi studio, dati e riferimenti autorevoli;
  • collegare i contenuti a un ecosistema digitale più ampio, come facciamo con la nostra guida su come portare traffico sul sito web aziendale (link).

Il contenuto non serve a “fare visualizzazioni”, ma a produrre fiducia. La monetizzazione nasce dopo.

2. L’autorevolezza del brand e del management come leva di social selling

Il secondo pilastro per guadagnare con LinkedIn riguarda la costruzione della reputazione digitale, sia del brand aziendale che delle figure chiave (CEO, manager, responsabili commerciali). Nel B2B, le decisioni d’acquisto sono profondamente influenzate dalla percezione di competenza e affidabilità.

Un profilo ottimizzato funziona come una landing page credibile: contiene posizionamento, risultati, casi studio, metriche concrete, testimonianze e un tono professionale che comunica sicurezza. Questa impostazione, unita a un calendario editoriale solido e coerente, permette al brand di “occupare spazio mentale” nelle persone che contano.

Molti imprenditori scoprono come guadagnare con LinkedIn solo quando iniziano a essere percepiti come punti di riferimento nel loro settore. A quel punto, le conversazioni private si trasformano in opportunità, le collaborazioni aumentano e il funnel commerciale si accorcia drasticamente.

È un processo che ricorda le logiche della brand authority che descriviamo nella nostra guida dedicata al ruolo del design e del branding (link), dove l’identità visiva e verbale diventa un elemento strategico del percorso d’acquisto.

3. La lead generation: il punto in cui LinkedIn si trasforma in fatturato

Il terzo pilastro è quello più concreto: la lead generation su LinkedIn. È il momento in cui la visibilità diventa opportunità, e l’opportunità diventa contatto commerciale.

La lead generation su LinkedIn si basa su tre metodi principali:

  • Contenuti che spingono verso l’azione: guide, checklist, articoli specialistici che attirano traffico e portano le persone sul sito aziendale, dove strumenti come Google Analytics permettono di verificare le conversioni (ne parliamo approfonditamente nella nostra guida su che cos’è Google Analytics per aziende).
  • Social selling professionale: messaggi mirati, conversazioni autentiche, follow-up strutturati, lead qualificate che vengono accompagnate in un percorso di conoscenza e fiducia.
  • LinkedIn Ads: la leva più potente quando serve scalare. Le campagne possono portare traffico molto qualificato su landing page specifiche, seguendo una logica simile a quella che applichiamo nelle campagne Google Ads quando un imprenditore decide di aprire il proprio account Google Ads (articolo completo disponibile qui: come aprire Google Ads per imprese).

In quest’ottica, LinkedIn non è mai uno strumento isolato: funziona al massimo quando è collegato a un sistema di nurturing, retargeting e contenuti che convertono. Lo stesso principio che spieghiamo nell’articolo su come aumentare la visibilità del sito web (link): la crescita è sempre il risultato di una strategia integrata.

Come ottimizzare il profilo LinkedIn per trasformarlo in uno strumento commerciale

Per comprendere davvero come si guadagna con LinkedIn, è necessario accettare un principio fondamentale: il profilo LinkedIn non è un curriculum, ma una pagina di vendita. È il primo luogo in cui un potenziale cliente verifica chi siamo, cosa offriamo e perché dovrebbe fidarsi di noi. Ottimizzare il profilo significa aumentare il tasso di conversione delle visite in conversazioni commerciali, lo stesso lavoro che svolgiamo quando realizziamo un sito web professionale ottimizzato per il business (articolo completo: https://innovativewebagency.it/sito-web-ottimizzato-business/).

Quando un imprenditore o un’azienda si chiede come trovare clienti su LinkedIn o come monetizzare LinkedIn in modo concreto, la risposta parte sempre da un profilo costruito con logica SEO, copywriting persuasivo e una comunicazione autorevole allineata al posizionamento aziendale.

Il titolo professionale come keyword strategica

LinkedIn utilizza il titolo professionale come uno dei principali elementi di indicizzazione interna. Per questo, se un imprenditore vuole guadagnare con LinkedIn, non può limitarsi a scrivere “CEO”, “Titolare” o “Imprenditore”: deve inserire keyword coerenti con ciò che vende, in modo che le ricerche interne e la rete professionale riconoscano immediatamente il suo valore.

Un titolo efficace deve unire:

  • keyword di settore (es. marketing B2Blead generationstrategia aziendale);
  • beneficio offerto (es. “Aiutiamo le aziende a generare clienti da LinkedIn”);
  • posizionamento autorevole.

Lo stesso principio che utilizziamo nella creazione dei tag SEO ottimizzati nei nostri articoli dedicati a LinkedIn, come quello su come promuovere un post su LinkedIn (https://innovativewebagency.it/come-promuovere-post-linkedin/).

L’About come strumento di vendita (e non come autobiografia)

La sezione Informazioni (“About”) è il luogo in cui molti profili falliscono.
Invece di diventare uno strumento di posizionamento, diventa un racconto generico privo di impatto commerciale.

Quando un’azienda ci chiede una consulenza per capire come guadagnare con LinkedIn, riscriviamo completamente l’About seguendo una struttura che unisce:

  • SEO basata su keyword come LinkedIn B2Btrovare clienti su LinkedInsocial selling per aziende;
  • obiezioni tipiche del potenziale cliente;
  • elementi di autorità (dati, risultati, pubblicazioni, case study);
  • CTA chiare che spingono verso il sito aziendale o verso il contatto diretto.

La logica è la stessa che applichiamo quando ottimizziamo le landing page ad alta conversione (articolo dedicato: https://innovativewebagency.it/landing-page-strategica-conversione/).

Un About efficace deve:

  • rispondere chiaramente a Chi seiCosa faiCome aiuti concretamente il cliente;
  • raccontare problemi, soluzioni e risultati;
  • integrare keyword come cliente ideale LinkedInmonetizzare LinkedInlead generation LinkedIn aziende.

Da un punto di vista SEO interno, un About lungo, articolato e ricco di keyword aumenta sensibilmente la visibilità del profilo nelle ricerche, proprio come accade con un articolo ottimizzato.

L’esperienza come prova sociale (e come asset SEO)

Per guadagnare con LinkedIn, la sezione “Esperienza” deve essere trattata come un portfolio di credibilità.
Ogni voce deve includere:

  • descrizioni ricche di keyword;
  • risultati concreti raggiunti;
  • testimonianze o case study;
  • collegamenti strategici ai servizi offerti dall’azienda.

Qui LinkedIn premia chi riesce a dimostrare competenza attraverso dati e casi concreti. È la stessa logica che utilizziamo quando spieghiamo la differenza tra visibilità e autorevolezza in articoli dedicati alla SEO avanzata per aziende (https://innovativewebagency.it/migliorare-posizionamento-seo-sito-aziendale/).

La componente visiva del profilo svolge un ruolo chiave nel social selling.
Nel nostro lavoro con imprenditori e aziende notiamo che l’ottimizzazione visiva delle copertine genera picchi di conversione del traffico, perché chiarisce immediatamente cosa fa l’azienda e perché dovrebbe essere considerata.

La sezione “In primo piano” (Featured) è essenziale per trasformare il profilo in una macchina di lead generation. Qui inseriamo:

Ogni elemento visivo ha lo stesso valore di una CTA in una landing page: guida il visitatore verso una direzione precisa, aumentando drasticamente le possibilità di trasformarlo in lead.

Quali contenuti pubblicare su LinkedIn per generare clienti: la strategia editoriale che trasforma la visibilità in fatturato

Arrivati a questo punto, è chiaro che come si guadagna con LinkedIn non è una domanda astratta, ma una questione operativa: cosa devo pubblicare, con quale frequenza e con quale logica, per trasformare LinkedIn in uno strumento di acquisizione clienti?
La risposta è una strategia editoriale progettata per posizionare il brand come autorevole e allo stesso tempo per intercettare persone con alta intenzione commerciale.

LinkedIn non premia contenuti casuali o motivazionali: nel B2B, ciò che funziona è un mix di competenza, utilità e coerenza strategica. I contenuti devono rispondere alle ricerche implicite del pubblico, proprio come accade negli articoli SEO del sito aziendale. È la stessa logica che utilizziamo nelle guide dedicate a come aumentare il traffico sul sito web (https://innovativewebagency.it/come-portare-traffico-sul-sito-web/), dove il contenuto viene progettato per risolvere problemi concreti e attirare traffico qualificato.

La strategia editoriale efficace per aziende e imprenditori si basa su tre categorie principali di contenuto.

1. Contenuti di valore: la base del posizionamento organico

Sono i contenuti che rispondono alle domande del mercato. Se un imprenditore si chiede come trovare clienti su LinkedIn, questo è il contenuto da pubblicare. Se si chiede quante volte bisogna pubblicare su LinkedIn nel 2025, questo diventa un tema perfetto per attirare traffico qualificato (articolo correlato: https://innovativewebagency.it/quanto-pubblicare-linkedin-imprese-2025/).

Questa categoria comprende:

Il principio chiave è: un contenuto informativo è un contenuto che genera fiducia.
E la fiducia è ciò che permette poi di guadagnare con LinkedIn attraverso opportunità commerciali.

2. Contenuti di autorevolezza: ciò che crea la percezione di competenza

Questi contenuti servono per posizionare il brand come riferimento del settore.
Non generano necessariamente lead immediati, ma costruiscono uno strato profondo di reputazione che prepara la conversione futura.

Esempi:

  • case study su progetti completati;
  • esperienze reali dell’azienda o del management;
  • analisi strategiche basate su campagne reali (come quelle sulle Meta Adshttps://innovativewebagency.it/come-funziona-meta-ads/);
  • spiegazioni dei processi interni, metodo di lavoro, risultati ottenuti.

Questo tipo di contenuto aumenta il trust factor, uno dei principali driver di conversione nel B2B.

«Nel B2B, il cliente non sceglie mai chi è più visibile. Sceglie chi gli dà più sicurezza.»

Ecco perché pubblicare solo contenuti leggeri o superficiali non porta a nessuna forma di monetizzazione.

3. Contenuti commerciali: sì, servono per guadagnare con LinkedIn

Sono i contenuti più delicati, ma anche quelli più redditizi se ben costruiti.
Un contenuto commerciale non è una vendita diretta, ma una presentazione chiara di ciò che l’azienda può offrire.

Esempi:

Quando si parla di monetizzazione, i contenuti commerciali sono quelli che generano le conversioni dirette, perché trasformano l’interesse in un’azione concreta.
Sono ciò che permette di guadagnare da LinkedIn in modo prevedibile e scalabile.

Quanto pubblicare per ottenere risultati?

Uno dei temi più fraintesi è la frequenza di pubblicazione.
Un imprenditore non ha bisogno di pubblicare ogni giorno: ha bisogno di pubblicare in modo strategico.

Il nostro metodo si basa su:

  • 2 contenuti di valore a settimana (rispondono a ricerche implicite, generano posizionamento);
  • 1 contenuto di autorevolezza (costruisce la percezione di competenza);
  • 1 contenuto commerciale ogni 10-12 giorni (porta lead senza saturare la rete).

Questo ritmo permette di:

  • aumentare la visibilità organica del profilo;
  • occupare spazio mentale nel pubblico di riferimento;
  • creare un flusso continuo di richieste.

È un approccio performante perché si basa sui principi della content strategy B2B e sulle logiche SEO dei contenuti lunghi.
Lo stesso metodo che applichiamo nella redazione dei nostri articoli per aziende, come la guida su come creare un sito web efficace (https://innovativewebagency.it/come-fare-un-sito-web-efficace/), progettati per posizionarsi e convertire.

L’integrazione tra contenuti, landing page e traffico esterno

Una strategia contenutistica efficace non lavora solo su LinkedIn: porta traffico anche fuori.
Ogni contenuto deve contenere almeno un riferimento a una risorsa approfondita, come un articolo del blog, una pagina servizio o una guida scaricabile.

Esempi:

  • un post sulla lead generation può rimandare a una guida su come portare traffico sul sito web;
  • un contenuto sulle campagne pubblicitarie può rimandare alla pagina Meta Ads per aziende;
  • un contenuto sulla visibilità può citare l’articolo su come aumentare la visibilità del sito nel 2025(https://innovativewebagency.it/aumentare-visibilita-sito-web-2025/).

Questo approccio ha due conseguenze strategiche:

  1. aumenta il traffico organico verso il sito;
  2. trasforma LinkedIn in un moltiplicatore delle conversioni del sito.

È così che si guadagna davvero con LinkedIn: connettendo ciò che avviene dentro la piattaforma con ciò che avviene fuori.

Come trasformare LinkedIn in una macchina di lead generation: la strategia che le aziende usano per generare clienti in modo costante

Capire come si guadagna con LinkedIn significa soprattutto capire come si generano lead qualificate all’interno della piattaforma. Nel B2B, LinkedIn è oggi uno dei canali più potenti per trasformare la visibilità in opportunità commerciali: secondo analisi di settore, i tassi di conversione della lead generation su LinkedIn possono essere fino a tre volte superiori rispetto ad altri social. Questo rende la piattaforma lo strumento ideale per aziende, consulenti, professionisti e PMI che desiderano acquisire clienti ad alto valore.

Una strategia di lead generation LinkedIn efficace si basa sull’integrazione di tre elementi: contenuti mirati, social selling professionale e un funnel strutturato che porta il contatto dal primo interesse alla richiesta commerciale. È la stessa logica alla base delle campagne Google Ads che descriviamo nell’articolo su come funziona Google Ads per imprenditori (https://innovativewebagency.it/come-funziona-google-ads-imprenditori/): ogni fase deve essere progettata con precisione, senza lasciare nulla al caso.

Il funzionamento della lead generation organica

La lead generation organica su LinkedIn è il punto di partenza più naturale per aziende e imprenditori.
Si basa su una sequenza semplice, ma incredibilmente efficace quando applicata con rigore:

  1. Pubblicare contenuti mirati ai problemi del cliente ideale
    Contenuti che rispondono a domande come:
    • Come trovare clienti su LinkedIn?
    • Come aumentare la visibilità del profilo LinkedIn?
    • Quali strategie funzionano nel B2B nel 2025?
    Questo tipo di contenuto intercetta bisogni reali e posiziona il brand come soluzione concreta.
    È la stessa filosofia che guida la redazione dei nostri articoli SEO, come la guida su come generare traffico sul sito (https://innovativewebagency.it/come-generare-traffico-sul-mio-sito-web/).
  2. Attrarre visite al profilo ottimizzato
    Quando il contenuto è utile, chi lo legge visita il profilo dell’autore.
    Se il profilo è stato costruito come una landing page commerciale (come spiegato nella sezione precedente), diventa un acceleratore di conversioni.
  3. Portare il contatto verso un’azione (CTA)
    Questa CTA può essere:
    • visitare una pagina servizio;
    • scaricare una guida;
    • fissare una call strategica;
    • iscriversi a una newsletter professionale.

Ogni contenuto pubblicato deve avere un ruolo nel funnel di acquisizione: informare, convincere o convertire.

Social selling: la leva più potente per guadagnare su LinkedIn

Se i contenuti generano visibilità, è il social selling a trasformare quella visibilità in conversazioni commerciali.
Il social selling non è spam, non è inviare messaggi copia-incolla, non è chiedere il contatto e poi vendere subito: è un processo strutturato che funziona solo quando si rispetta la logica della relazione professionale.

Un flusso efficace di social selling comprende:

  • connessioni mirate con persone che rientrano nel target;
  • messaggi personalizzati basati su un reale motivo di contatto;
  • valore anticipato (articoli, analisi, risorse utili, casi studio);
  • invito naturale alla conversazione, non forzato.

Il risultato? Una pipeline di conversazioni qualificate che possono trasformarsi in opportunità economiche.
Lo stesso concetto che utilizziamo quando lavoriamo sulle campagne di retargeting strategico(https://innovativewebagency.it/retargeting-strategico-per-aziende/): la relazione va nutrita passo dopo passo.

Le landing page come ponte tra LinkedIn e la conversione finale

Molti imprenditori credono che “monetizzare LinkedIn” significhi ricevere richieste direttamente in chat.
In realtà, le aziende che ottengono i risultati migliori seguono un percorso più strutturato:

  1. Pubblicano contenuti utili.
  2. Generano interesse.
  3. Portano la persona su una landing page dedicata.
  4. Raccolgono il lead attraverso un form o un’azione misurabile.

Per questo il sito aziendale deve essere costruito in modo professionale e adatto alla conversione.
Il traffico proveniente da LinkedIn è spesso molto qualificato, ma se atterra su pagine lente o poco chiare (tema che abbiamo trattato nella guida su come migliorare la velocità del sito web https://innovativewebagency.it/migliorare-velocita-sito-web-2/), il lead non arriverà mai.

LinkedIn non può fare tutto da solo: è il punto di ingresso del funnel, non il suo completamento.

LinkedIn Ads: la leva per scalare la lead generation

Le aziende che vogliono trasformare LinkedIn in un vero canale di acquisizione clienti spesso integrano il lavoro organico con le LinkedIn Ads.

LinkedIn Ads è una piattaforma pubblicitaria costosa, ma estremamente efficace quando ci si rivolge a:

  • aziende B2B ad alto valore;
  • professionisti con budget medio-alti;
  • settori verticali e specializzati;
  • figure decisionali (CEO, CFO, HR, manager, responsabili acquisti).

Questo perché LinkedIn permette di creare un targeting preciso basato su ruolo, settore, dimensioni aziendali, anzianità professionale.
È uno degli strumenti più diretti per generare lead qualificate, specialmente quando integrato con landing page performanti e con attività di nurturing.

Per chi desidera approfondire i costi e il funzionamento, abbiamo dedicato una guida completa a quanto costa LinkedIn Ads (https://innovativewebagency.it/quanto-costa-linkedin-ads/) e a come funzionano le LinkedIn Ads(https://innovativewebagency.it/come-funzionano-le-linkedin-ads/).

“La lead generation funziona quando ogni elemento del sistema comunica con gli altri. LinkedIn porta l’interesse, la landing page converte, l’email marketing nutre, la vendita chiude.”

È questa integrazione a permettere di guadagnare su LinkedIn in maniera prevedibile e costante.

Come costruire un funnel LinkedIn completo per generare clienti in modo prevedibile: dalla visibilità alla vendita

Capire davvero come si guadagna con LinkedIn significa comprendere che nessuna azienda monetizza semplicemente pubblicando post o aprendo un profilo.
Si guadagna quando si costruisce un funnel LinkedIn, cioè un percorso strutturato che accompagna il potenziale cliente dalla scoperta iniziale alla richiesta commerciale, fino alla chiusura del contratto.

In altre parole: LinkedIn non deve generare like, deve generare fatturato.

Un funnel completo permette di:

  • aumentare la visibilità organica del brand;
  • trasformare quella visibilità in traffico qualificato;
  • convertire il traffico in lead B2B ad alto valore;
  • nutrire il lead fino alla decisione di acquisto;
  • misurare tutto con precisione, proprio come avviene nelle campagne Google Ads (tema che affrontiamo in https://innovativewebagency.it/perche-fare-google-ads/).

Vediamo come funziona, passo dopo passo.

1. Top of the Funnel (TOFU): contenuti che generano attenzione qualificata

Il funnel LinkedIn inizia con la creazione di contenuti pensati per intercettare chi sta cercando informazioni su temi come:

  • come trovare clienti su LinkedIn
  • come migliorare la visibilità su LinkedIn
  • come aumentare il CTR LinkedIn
  • come ottenere risultati concreti su LinkedIn B2B

Questi contenuti devono posizionare la tua azienda come punto di riferimento.
In questa fase è fondamentale usare contenuti educativi, guide approfondite, analisi di settore e casi studio.

Lo stesso approccio che utilizziamo nella redazione degli articoli SEO più strategici del sito, come quelli dedicati al CTR LinkedIn (https://innovativewebagency.it/qual-e-un-buon-ctr-su-linkedin/) o alla lead generation B2B multicanale (https://innovativewebagency.it/tecniche-lead-generation-societa-servizi/).

Il contenuto TOFU ha un obiettivo chiaro: far scoprire la tua azienda alle persone giuste.

2. Middle of the Funnel (MOFU): trasformare l’interesse in fiducia

La seconda fase del funnel è quella della credibilità.
L’utente ti ha scoperto. Ora deve capire se sei la soluzione migliore ai suoi problemi.

A questo livello entrano in gioco:

  • contenuti di autorevolezza (es. analisi tecniche, opinioni esperte);
  • approfondimenti strategici;
  • testimonianze di clienti;
  • statistiche, dati e risultati misurabili;
  • collegamenti a risorse premium del sito (guide, landing page, articoli chiave).

Un contenuto MOFU efficace mostra come risolvi problemi reali.

Ecco perché in questa fase integriamo spesso articoli come:

Chi arriva a questa fase inizia a percepire il tuo brand come un partner affidabile, non un semplice fornitore.

3. Bottom of the Funnel (BOFU): la conversione in lead

La terza fase del funnel è quella più delicata: la conversione.
È qui che LinkedIn diventa una vera leva di monetizzazione.

Per ottenere lead qualificate servono:

  • CTA chiare (prenota una consulenza, richiedi un preventivo, scarica una guida avanzata);
  • landing page ottimizzate per la conversione;
  • contenuti commerciali (servizi, case study, offerte su misura);
  • retargeting LinkedIn o Meta Ads per riprendere gli utenti che hanno visitato il sito.

L’obiettivo BOFU è far compiere un’azione misurabile, come compilare un form o prenotare una call.

Il sito aziendale deve essere pronto a convertire.
Un sito lento o poco chiaro riduce le conversioni del 30–50%, come spieghiamo nell’articolo dedicato a come migliorare la velocità del sito web (https://innovativewebagency.it/migliorare-velocita-sito-web-2/).

4. Nurturing: trasformare una lead in un cliente

Il nurturing è spesso la parte più sottovalutata del funnel, ma anche quella in cui si genera il vero profitto.

Una lead qualificata che entra nel funnel LinkedIn deve essere nutrita attraverso:

  • email marketing strategico;
  • contenuti premium;
  • follow-up personalizzati;
  • inviti a webinar, eventi, sessioni formative;
  • retargeting con contenuti specifici.

Questa fase è essenziale per chi opera nel B2B, perché il ciclo di vendita è spesso medio-lungo.
Abbiamo analizzato nel dettaglio questi meccanismi nel nostro articolo sul lead nurturing strategico B2B(https://innovativewebagency.it/lead-nurturing-strategico-b2b/).

Un funnel che non nutre il lead è un funnel destinato a perdere opportunità.

5. Chiusura: quando LinkedIn diventa fatturato

La chiusura commerciale avviene quando:

  • il contenuto ha attirato l’interesse;
  • il profilo ottimizzato ha trasmesso autorevolezza;
  • la landing page ha convertito il traffico in lead;
  • il nurturing ha consolidato la fiducia;
  • la call o l’incontro chiarisce la proposta valgono l’investimento.

In questa fase LinkedIn non è più un social, ma una macchina commerciale perfettamente integrata nel sistema di marketing aziendale.

È così che si guadagna davvero con LinkedIn:
facendo lavorare insieme contenuti, strategia, funnel e advertising in un’unica direzione.

LinkedIn organico o LinkedIn Ads? Quando conviene investire per accelerare la lead generation e generare clienti

Una delle domande più frequenti tra imprenditori e aziende che vogliono capire come si guadagna con LinkedIn è: Meglio lavorare solo con i contenuti organici o fare LinkedIn Ads?
La risposta corretta è: dipende dagli obiettivi, dal settore e dalla velocità con cui si desidera generare lead qualificate.

LinkedIn è una piattaforma unica perché consente di ottenere risultati in due modi complementari:

  1. organico, attraverso contenuti, posizionamento e social selling;
  2. paid, attraverso campagne pubblicitarie mirate (LinkedIn Ads).

Per costruire una strategia davvero completa e scalabile, le aziende più evolute integrano entrambe le soluzioni in un unico ecosistema, come facciamo nei progetti di social media ads per aziende (https://innovativewebagency.it/i-nostri-servizi/social-media-ads/).

Quando puntare sull’organico: la base per guadagnare su LinkedIn nel lungo periodo

Il lavoro organico è indispensabile per tutte le aziende che vogliono:

  • costruire un brand autorevole su LinkedIn;
  • consolidare la reputazione del management;
  • generare lead costanti senza dipendere dal budget pubblicitario;
  • scalare la visibilità attraverso strategie SEO interne ed esterne;
  • aumentare la credibilità nei confronti del pubblico B2B.

Il vantaggio dell’organico è che lavora 24/7, cresce nel tempo e rafforza un asset che nessun competitor può bypassare: la percezione di autorevolezza.

Inoltre, i contenuti organici migliorano metriche fondamentali come:

L’organico è perfetto per costruire un ecosistema evergreen che genera opportunità anche mesi dopo la pubblicazione.

Quando invece scegliere LinkedIn Ads: risultati immediati e scalabili nel B2B

Se l’organico costruisce autorevolezza, è l’advertising che permette di scalare la lead generation.
LinkedIn Ads è uno dei sistemi pubblicitari più efficienti per il B2B perché permette un targeting estremamente preciso:

  • ruolo professionale (CEO, CFO, HR Director, Operations Manager);
  • settore aziendale;
  • dimensioni dell’azienda;
  • anni di esperienza;
  • localizzazione geografica;
  • interessi professionali.

Le LinkedIn Ads funzionano particolarmente bene per:

  • aziende con ticket medio-alto;
  • servizi B2B complessi;
  • consulenze professionali;
  • software e soluzioni tech;
  • servizi industriali;
  • formazione specialistica.

L’advertising diventa essenziale quando l’azienda vuole accelerare la crescita, soprattutto in fasi strategiche come:

  • lancio di un nuovo servizio;
  • espansione in nuovi mercati;
  • periodi di scalabilità commerciale;
  • generazione immediata di lead qualificate.

Abbiamo trattato nel dettaglio costi, vantaggi e funzionamento nell’articolo dedicato a quanto costa LinkedIn Ads(https://innovativewebagency.it/quanto-costa-linkedin-ads/) e nella guida come funzionano le LinkedIn Ads(https://innovativewebagency.it/come-funzionano-le-linkedin-ads/).

Il modello vincente: organico + Ads = massima redditività

Le aziende che ottengono i risultati più importanti non scelgono tra organico o advertising: li integrano.

Questo modello ibrido permette di:

  • aumentare la brand awareness grazie ai contenuti;
  • scalare la lead generation grazie alle campagne;
  • nutrire il potenziale cliente attraverso il funnel;
  • ottenere dati reali per migliorare la strategia;
  • dominare la propria nicchia sia nelle ricerche interne LinkedIn che nel mercato.

Il principio è lo stesso che applichiamo nelle campagne Google Ads (https://innovativewebagency.it/cosa-fa-google-ads-imprese/): senza un ecosistema integrato, si paga molto di più e si ottiene molto meno.

Perché unire organico e LinkedIn Ads produce risultati superiori del 200–300%

Integrare le due strategie permette di:

  • moltiplicare la visibilità dei contenuti;
  • amplificare il posizionamento del management;
  • creare una pipeline costante di lead qualificate;
  • ridurre i costi di acquisizione cliente;
  • aumentare il tasso di conversione delle landing page;
  • massimizzare il ROI nel medio-lungo termine.

Questo modello è così efficace che viene adottato anche nelle strategie omnicanale, come descritto nella guida sulla pianificazione degli investimenti digitali per PMI (https://innovativewebagency.it/pianificazione-investimenti-digitali-pmi/).

“LinkedIn organico costruisce autorevolezza.
LinkedIn Ads genera opportunità.
L’integrazione dei due genera clienti.”

Questa frase riassume perfettamente come si guadagna con LinkedIn in modo veramente scalabile.

Come misurare i risultati su LinkedIn: i KPI più importanti per capire se stai davvero guadagnando con LinkedIn

Una delle domande più complesse – e allo stesso tempo più rilevanti – per gli imprenditori che vogliono capire come si guadagna con LinkedIn riguarda la misurazione dei risultati.
LinkedIn è una piattaforma potentissima per il B2B, ma senza misurare correttamente i KPI (Key Performance Indicators) si rischia di confondere impressioni con risultati reali.

Le aziende che ottengono risultati consistenti hanno una caratteristica comune: misurano ciò che importa, non tutto ciò che è disponibile.
Perché non esiste crescita senza dati. E non esiste fatturato senza controllo dei numeri.

È la stessa logica che utilizziamo quando insegniamo come interpretare correttamente Google Analytics (https://innovativewebagency.it/che-cos-e-google-analytics-aziende/) e come misurare il traffico del sito web(https://innovativewebagency.it/verificare-traffico-sito-web-aziende/).
LinkedIn, per certi aspetti, funziona allo stesso modo: ciò che conta non è la quantità del traffico, ma la sua qualità.

KPI n.1 — Engagement rate LinkedIn: la misura della rilevanza

L’engagement rate è uno degli indicatori più importanti per capire se i contenuti stanno raggiungendo il pubblico giusto.
Un alto engagement indica:

  • contenuti rilevanti;
  • un pubblico realmente interessato;
  • capacità di generare conversazioni;
  • predisposizione alla lead generation.

Abbiamo approfondito nel dettaglio come interpretare questa metrica nella nostra guida su come aumentare l’engagement LinkedIn (https://innovativewebagency.it/aumentare-engagement-linkedin/).

Se un contenuto non genera engagement, difficilmente genererà clienti.

KPI n.2 — CTR (Click-Through Rate): la metrica che anticipa la conversione

Il CTR su LinkedIn mostra quante persone hanno cliccato sul contenuto o sul link rispetto al totale di chi l’ha visto.
È uno dei KPI più predittivi per capire se:

  • il contenuto interessa davvero al target B2B;
  • la proposta di valore è chiara;
  • la CTA è efficace;
  • il pubblico percepisce utilità e autorevolezza.

Se il CTR è alto, la lead generation tende a performare meglio.
Abbiamo analizzato nel dettaglio cosa rappresenta e quali valori sono considerati buoni nella guida su qual è un buon CTR su LinkedIn (https://innovativewebagency.it/qual-e-un-buon-ctr-su-linkedin/).

KPI n.3 — Percentuale di interesse: la metrica più sottovalutata per capire se stai crescendo nella direzione giusta

La percentuale di interesse è uno dei KPI più preziosi e meno compresi.
Misura quanto il tuo pubblico percepisce come utile, rilevante e professionale ciò che pubblichi.

Se vuoi capire come si guadagna con LinkedIn, analizza questo dato ogni settimana.
Un aumento stabile della percentuale di interesse indica:

  • maggiore affinità col tuo target;
  • migliore qualità percepita dei contenuti;
  • migliore posizionamento professionale.

Approfondimento completo qui: percentuale di interesse su LinkedIn (https://innovativewebagency.it/percentuale-di-interesse-su-linkedin/).

KPI n.4 — Visualizzazioni qualificate del profilo: la porta d’ingresso per la lead generation

Le visualizzazioni del profilo rappresentano l’inizio del funnel di conversione.
Non è importante quante visualizzazioni ricevi, ma chi visualizza il tuo profilo:

  • decisori aziendali;
  • dirigenti;
  • responsabili acquisti;
  • imprenditori;
  • potenziali partner B2B.

Se il profilo è ottimizzato come una landing page (come abbiamo spiegato nella sezione 3), ogni visita può trasformarsi in:

  • una connessione mirata;
  • una conversazione commerciale;
  • una lead qualificata.

Il profilo è il perno della monetizzazione LinkedIn.

KPI n.5 — Lead generate e qualifica del lead

Questo è l’unico KPI che realmente misura se stai guadagnando con LinkedIn.

Le lead si dividono in:

  • lead fredde (richiedono nurturing);
  • lead tiepide (pronte a valutare la soluzione);
  • lead calde (pronte all’acquisto).

Le aziende che vogliono fare sul serio non misurano “quante lead arrivano”, ma:

  • qual è la qualità media delle lead;
  • da quali contenuti arrivano;
  • da quali campagne provengono;
  • qual è il costo di acquisizione;
  • qual è il tasso di chiusura del reparto commerciale.

È lo stesso ragionamento che utilizziamo per valutare le performance delle campagne Google Ads (https://innovativewebagency.it/cosa-serve-per-fare-google-ads-imprese/), delle campagne Meta Ads (https://innovativewebagency.it/come-funziona-meta-ads/) e della lead generation multicanale.

KPI n.6 — Conversioni sul sito: la misura definitiva del ROI

Il vero guadagno arriva quando LinkedIn genera:

  • compilazioni di form;
  • richieste di preventivo;
  • prenotazioni di call;
  • acquisti B2B;
  • iscrizioni a webinar;
  • download di risorse strategiche.

LinkedIn ti porta traffico qualificato.
Il sito lo deve convertire.

Per questo è fondamentale avere:

Quando LinkedIn è collegato a un sito professionale, il ROI aumenta anche del 200–300%.

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